Per alcune settimane il governo ha parlato (a vanvera) del nuovo piano Mattei.
Innanzitutto, chi era Mattei?
Un partigiano cattolico che, finita la guerra civile, inventò l’Eni per assicurare all’Italia della ricostruzione petrolio a buon prezzo.
Il suo attivismo, antifascita e nazionale al tempo stesso, non piaceva ai concorrenti americani che pensarono bene di ammazzarlo.
Dava fastidio.
Il contrario della premier Meloni, che non è certo un’ammiratrice dei partigiani, non per forza rossi e comunisti.
Ma questa è storia vecchia.
Tanti fascisti tra Dc e Pci scelsero la Dc, come tanti tra Meloni e Schlein scegliamo Meloni.
Sgombriamo il campo sul fatto che la Meloni abbia preso ad emblema un personaggio come Mattei, esponente della sinistra Dc, forse in questo ispirata da Guido Crosetto, a suo tempo giovane Dc della sinistra di Base, che avrà avuto un sussulto identitario (anche nel destituire un generale operativo cui è proibito d’ora in poi fare il capo-cartografo).
Mattei è morto per essersi contrapposto agli interessi delle sette sorelle americane.
La Meloni è, invece, supina agli interessi americani.
Mattei non andava alla Casa Bianca accolta come la migliore partner possibile, come è recentemente successo. Si contrapponeva all’interesse americano in contrasto con quello italiano.
Oggi noi paghiamo molto cara l’energia, grazie ad interessi che non sono i nostri e, con molta fatica ed a prezzi elevati, siamo costretti ad andare a raccattare gas e petrolio.
Altrochè Mattei!
Lui era un democristiano con la schiena diritta, non un politicante che dava ragione ai potenti per sopravvivere.
Infatti è morto, per le sue idee (democristiane) ed i nostri interessi (italiani).
Quindi il problema del caro benzina non è di abbassare le accise, magari per ricostruire i territori terremotati, ma fare una politica energetica dignitosa.
Poi, un sommesso consiglio alla premier.
Per discutere di prezzi del greggio meglio andare a Riad che perder tempo a Tunisi.
Anche questo è interesse nazionale.