La Democrazia Cristiana ligure è l’insieme di iscritti, quadri locali di partito, amministratori pubblici, rappresentanti nelle istituzioni che, con la loro adesione alla Dc, assumono l’impegno di conformarsi agli ideali ed alla prassi del partito nell’ambito del territorio regionale.
La Dc non è un partito federale, ma un partito nazionale e, quindi, la Democrazia Cristiana della Liguria è parte autonoma nell’ambito locale, ma non indipendente, di una realtà unitaria, che è retta dal medesimo Statuto su tutto il territorio italiano.
Dunque, esistono organi nazionali della Democrazia Cristiana (Segretario politico nazionale, Direzione nazionale, Consiglio nazionale), che dettano le linee di fondo del Partito, cui il livello regionale si attiene.
Nell’ambito di queste linee-guida, scelte democraticamente nel confronto con tutti gli amici delle altre parti d’Italia, il livello regionale sviluppa una sua azione specifica, adattandola alla realtà piemontese.
In questo quadro, immutato dal secondo dopoguerra, si innesta una specificità che parte dal 1970, anno di attuazione della norma costituzionale e di insediamento dei Consigli regionali.
Da questo momento la politica assume una valenza locale a cui la Dc ligure si presenta con una presenza assolutamente qualificata.
Citiamo tra i suoi esponenti l’esponente genovese noto fin dalla Liberazione a livello nazionale, Paolo Emilio Taviani, più volte ministro, ma, a titolo di esempio e successivi nella presenza sul palcoscenico della buona politica, anche Luciano Faraguti di La Spezia, Carlo Russo di Savona e Lorenzo Acquarone di Imperia, apprezzati da tutti anche per le indiscusse doti umane e professionali.
Oggi la Dc riprende quella tradizione per applicarla all’attuale situazione.
La Liguria ha bisogno di interventi strutturali, dalla sanità ai trasporti, dal turismo all’agricoltura, che solo un partito popolare ancorato a forti valori ed ad una consuetudine di pratiche concrete e virtuose può soddisfare.
Questa è la Dc nuova della Liguria, oggi.